Le sublimi caratteristiche della liturgia sono espresse, studiate e articolate in possenti opere e brillanti riviste specializzate deposte con cura nelle biblioteche dei pontifici atenei, ma il popolo di Dio, o meglio i fedeli della domenica, non si avvicineranno mai - in generale - a tali meravigliosi testi, di cui ignorano tranquillamente l'esistenza. L'autrice confeziona qui un percorso divulgativo appassionato, approfondito ma anche ironico, per una formazione liturgica di base "per principianti": scorci biblici, aspetti storici, incursioni teologiche, scoperta del ritmo sotterraneo che sostiene la celebrazione, fino alla formazione di chi proclama la parola di Dio davanti all'assemblea. PREFAZIONEdi Domenico Sigalini La liturgia, respiro dell'uomo di ogni tempo I cambiamenti culturali del nostro tempo rispetto a quello della nostra giovinezza, della seconda metà del secolo scorso, sono evidenti, ampi, profondi e, in un certo senso, destabilizzanti tutta l'esperienza religiosa. Il campo semantico attraverso cui si esprime il sentimento religioso, l'atto di fede non privatistico o intimistico, ma pubblico, comunicabile, sperimentabile in una società, è assolutamente sconosciuto e deve fare i conti con nuovi miti, nuove saghe, nuove storie e nuovi campi semantici. È assurdo allora pensare che un bambino, un ragazzo, un giovane, ma ormai anche il genitore e il nonno, entri in chiesa e sia coinvolto immediatamente nei gesti liturgici, li capisca per quello che sono, li gusti, li apprezzi e gli divengano affascinanti per la carica di vita profonda, di spiritualità, di religiosità, di fede che li pervade, senza operare un minimo di bonifica culturale dei simboli in cui oggi è immerso e che gli determinano la vita, la comprensione del mondo spirituale. Non si tratta di cercare a tutti i costi una mutua contaminazione, ma almeno di fare una operazione culturale, senza pretese, ma seria, che non li presenti più come dato scontato, ma li riconquisti, li risignifichi nella cultura di oggi e li presenti sempre freschi all'intelligenza. Il testo che segue è un buon tentativo di offrire all'uomo di oggi la ricchezza della liturgia, come può essere percepita fuori dalle scuole specializzate, il suo mondo vasto e profondo di significati per la felicità della nostra vita umana e per il contatto con l'ineffabile, l'indicibile, il mistero di Dio; dove la parola mistero non indica incapacità di comprensione, ma offerta alla vita umana di esperienza profonda, di qualcosa che non è riducibile a essa. Potrà sembrare allora molto pedante dover ridire tutti i significati, doverli spiegare, dover ricominciare dalle cose più semplici, dover sviluppare una didattica insopportabile come spesso purtroppo avviene nelle liturgie in cui occorre spiegare i gesti perché altrimenti non si capiscono. Non è però solo la spiegazione intellettuale che conta, ma una esperienza guidata fatta di stupore, di amore, di silenzi, di segni, di attenta apertura della mente e del cuore. Qui si vuol arrivare. Si sarebbe potuto fare anche di più, ma quando si entra in questo campo occorre sempre partire da un denominatore comune, da concetti umani che aspirano a essere di dominio comune, altrimenti siamo senza possibilità di ascolto e di comprensione. Alla fine l'operazione è riuscita pur sapendo che tutti i simboli sono cangianti con il tempo, con le mode, con le pressioni ideologiche e che l'operazione deve diventare un appuntamento continuo delle giovani generazioni con il mondo dei simboli religiosi. Non si vuol dimostrare che andare a messa la domenica è una operazione intellettualmente onesta e umanamente sensata (per questo, che è assolutamente vero, occorre disporsi a fare il salto della fede), ma almeno offrire alla nostra umanità uno spazio necessario di uscita dalla prigione della nostra autosufficienza. Questa non è una pressione ideologica come quelle che stanno operando in molte scuole lobby potenti che vogliono imporre a tutti una loro visione umana, ma un
Anonimo -