Il libro offre un'interpretazione della città storica italiana attraverso l'intersezione disciplinare tra culture del patrimonio, studi urbani e psicologia della percezione, dalla fine dell'ottocento fino alla cosidetta Cognitive Revolution negli anni '60 del secolo scorso. Lo studio si sviluppa sulla traccia degli scritti e dei riferimenti intellettuali di uno dei più singolari teorici dell'architettura e della città del secondo dopoguerra americano, Christopher Alexander (1936-2022), approfondendo questioni di psicologia sperimentale ed estetica, fino ad interrogarsi su temi propri delle scienze cognitive come il carattere intenzionale e predittivo dello sguardo o la costruzione di strategie per la navigazione spaziale.
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