"Da un veloce volo pindarico, su alcuni versi, si evince come Giusy Frisina, in corrispondenza con un proprio crescere spirituale, compia un viaggio, che ha dell'iniziatico, a partire proprio dalla prima lirica che dona titolazione anche all'intera raccolta. Ed è molto affascinante e misterioso quell'osservare la Luna di luglio, che non appare burlona e sorridente, ma severa e misteriosa come il crescere di un anima tormentata. Ci basterà ricordare che per ogni processo di conoscenza si addica l'assioma latino che recita: «Visita interiora terrae rectificandoque invenies occultum lapidem». Questa volta, il punto di riferimento non è la pietra nascosta nel cuore, ma una Luna che sembra preavvertire le difficoltà della vita." (dall'introduzione di Lia Bronzi)
Anonimo -