Allindomani dello stop imposto dalla pandemia, il turismo di massa sembra ripartire da dove si era fermato, trasformando gli spazi in non-luoghi e convertendo limmaginazione del viaggiatore in un bene di consumo. Nonostante sia praticato solo dal 3,5% della popolazione mondiale (ricca e occidentale), il turismo resta la prima industria del pianeta e nulla sembra essere in grado di fermare la sua mondofagia: né linquinamento che comporta, né la scomparsa delle specificità culturali a cui mira e tanto meno la coscienza dellAltro, ridotta sempre più a una relazione commerciale. Ma è ancora possibile sfuggire al turismo? Quali sono le pratiche indispensabili per potersi definire ancora viaggiatori? Rodolphe Christin ci invita a riscoprire lessenza del viaggio: preferire la strada alla meta, e scomparire piuttosto che apparire ovunque.
Anonimo -