Nonostante il costante interesse per la Rivoluzione francese, Manzoni se ne occuperà compiutamente soltanto all'indomani dell'Unità d'Italia, ormai settantasettenne, con La Rivoluzione francese del 1789 e la Rivoluzione italiana del 1859, in cui dimostra che in Francia la Rivoluzione non solo non era legittima, ma neppure necessaria, e che gli stessi risultati si sarebbero potuti ottenere senza la distruzione del governo, mediante le riforme che Luigi XVI era intenzionato a intraprendere. Attraverso la demitizzazione della Rivoluzione, lo scrittore milanese mira a delegittimare qualsiasi ispirazione o richiamo a essa da parte di dottrine e forze politiche rivoluzionarie che potessero destabilizzare il nuovo ordine politico-istituzionale italiano faticosamente raggiunto.
Anonimo -