L'autrice riporta alla luce un eccellente excursus storico di un doloroso, incancellabile, periodo migratorio, estremamente toccante degli uomini neri delle miniere di Monongah (West Virginia) e Marcinelle (Belgio) e delle miniere gelide e bianche delle montagne svizzere a Mattmark. E' una racconto di una profonda sensibilità umana, che scava e analizza gli imprevedibili abissi e fenomeni interiori dell'uomo e del suo modo di vivere e sopravvivere attraverso una oculata ricerca documentaria e rigorosa sviscerata nei dettagli e nella ricostruzione dolorosamente straziante e sconcertante, ma anche intensamente partecipata delle terribili catastrofi avvenute. Giuseppina grida nel suo silenzio la sua pietà di ragazza, di universitaria e di docente e chiede giustizia, verità e rispetto per la sacralità dell'essere umano. Condanna le incongruenze, i mancati diritti, il disprezzo degli uomini delle miniere e delle nevi, la strumentalizzazione umana e sociale a tutto vantaggio di una e devastante produzione industriale ad ogni costo del dopoguerra, senza tener conto dell'essenza fondamentale della dignità e della salvaguardia fisica e umana dell'uomo nel suo pentagramma esistenziale.
Anonimo -