Il racconto vuol essere la testimonianza di come, nonostante una terribile malattia dichiarata da subito "non guaribile", si possa vivere una vita da me definita "una fantastica avventura". L'inizio del racconto è volutamente "pesante", per far capire a tutti come, nonostante una partenza zoppa, la vita mia e di Franca cambi, e ci faccia fare cose prima impensabili, con la profonda convinzione che il male è arrivato, ci fa chiaramente paura, ma non siamo disposti a fare una vita aspettando il peggio: non siamo dell'idea che la soluzione sia fare i malati, stare in casa a scambiarci sguardi di tristezza, che diventano pieni d'angoscia e paura. Lo scorrere del racconto diventerà via via interessante e piacevole, con punte in cui noi stessi ci definivamo incoscienti, e spero sia un invito a vivere con il sorriso, la gioia e soprattutto l'entusiasmo anche i momenti difficili che la vita presenta, senza che il difficile sia causato necessariamente da una malattia.
Anonimo -