DAL LIBRO: Guardando dal punto di vista dell'uomo còlto del secolo XIX, schiavo com'egli è delle abitudini e dei bisogni della vita civile, sembrerebbe che la grande maggioranza del genere umano sia sempre stata relativamente povera nel passato e in proporzione anzi sempre crescente, in ragione dell'indietreggiare dei tempi.
I vestiti degli uomini erano una volta più semplici, e si rinnovavano con minore frequenza; il nutrimento era meno artificioso, le abitazioni meno buone, più modesti gli arnesi di casa; scarso il denaro e meno abbondanti i gingilli. Questa miseria relativa però doveva essere ben poco commovente. Solo una donnicciuola stolida e affettata troverà deplorabile lo spettacolo della donna eschimese, obbligata a ripararsi dal freddo con una pelle di foca, foggiata a sacco, invece d'indossare vesti di seta, lavorate con cura, ma senza buon gusto e costose. E dubito pure che il sentimentale desiderio del buon re Enrico IV, che ogni contadino avesse ogni festa il suo pollo nella pentola, dubito, dico, che anche questo desiderio abbia mai commosso le viscere ed entusiasmato il contadino, che ha potuto invece saziarsi di manzo.
Anonimo -