"Le Metamorfosi" di Publio Ovidio Nasone sono un vero e proprio poema collettivo che si eleva oltre i limiti imposti dalle varie poetiche. Il genere letterario è una compenetrazione di quelli precedenti: dall'epico all'elegiaco, dal tragico al lirico, dal didascalico all'erotico, dal teatrale all'epistolare. L'imprevedibilità narrativa determina la straordinaria modernità della struttura e produce un effetto di vertigine che fa germogliare il racconto da sé stesso. Nelle Metamorfosi Ovidio si distingue per l'instabilità d'equilibrio e l'assenza di un centro di riferimento nell'ambiguità di situazioni: appunto la metamorfosi, il mito più intrigante che si possa proporre; ma non solo: la coscienza dichiarata della finzione, del raccontar folle sotto l'aspetto del credibile, che genera la fluttuante, instabile sospensione tra vero e falso, dove ingannevole può essere il reale, e attendibile il menzognero, senza che sia più possibile districarvisi.
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