Mi chiamo Mirko

Mirko attraverso i suoi monologhi interiori svela le sue crisi esistenziali e le sue ansie rispetto a se stesso come cittadino del mondo e abitante della Terra.
L'alternanza emotiva dei racconti, le immagini oniriche e non del protagonista, producono sia le visioni estatiche regalate dall'unicità della Natura, che l'abbruttimento e il degrado umano prodotti dallo stesso.
Grazie alla scrittura, per lui più potente della guerra, Mirko riuscirà ad intravedere spiragli di luce, che gli offriranno un cambio di prospettiva rispetto all'immagine incancrenita di un mondo senza alcuna prospettiva.
Cambio prospettico richiesto e sollecitato dalla voce spesso assente o inascoltata di 25 bambini, autori delle storie narrate, che oggi hanno otto anni, ma che tra due decenni potrebbero avere in mano le sorti del nostro Pianeta.

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