Il sindacato, come tutte le grandi organizzazioni umane, ha ospitato un numero insospettabile di attivisti e quadri che praticavano con passione qualche forma d'arte: musica strumentale, pittura, poesia, teatro, narrativa, bel canto. In parte era il lascito di culture popolari, in parte vocazione personale coltivata in privato e nota a pochi. Generalmente solo in età più avanzata e con il venir meno degli impegni pubblici, conquistava uno spazio ampio, da cui attinge ad esempio la vasta memorialistica oggi disponibile in numerosi archivi. Beno fa invece parte di un gruppo più raro in cui la passione è già del tutto evidente negli anni appena adulti e scorre copiosa sul versante dell'amata fisarmonica come su quello della scrittura. Una scrittura largamente autonoma dalle vicende sindacali anche se alimentata da valori e sentimenti che avevano trasformato il giovane impiegato in un militante della FIM e della CISL. Tra l'altro una passione che oltre allo scrivere sprona la lettura ed il desiderio di far leggere. La sua opera (ormai si può dire davvero così) affianca la poesia, la memoria delicata e persuasiva del suo Friuli, e gli aforismi. Questa è appunto una raccolta di aforismi, che può indurre nel lettore un'interessante esercitazione. Visti nell'insieme essi compongono una sorta di ritratto dipinto con la tecnica pittorica magistralmente evocata dal biglietto di Pontiggia. (Dalla introduzione di Bruno Manghi)
Anonimo -