Cosa ha significato la rivoluzione sessantottina per le donne che ne hanno preso parte?
Finalmente il punto di vista di Lei, una testimonianza appassionata ma soprattutto ironica su un'epoca che ha segnato la storia di una generazione.
Abbiamo letto centinaia di rievocazioni in tono eroico-celebrativo dei "formidabili" anni Sessanta e Settanta, ma ci pareva sempre che mancasse qualcosa, una grande assenza che determinava opacità e quasi un senso d'irrealtà in quei racconti Era la voce delle donne a mancare (tranne forse le voci di Lila e Lenù), quell'altra "metà del cielo" che il '68 l'ha fatto prima tra il ciclostile, la corte di qualche leaderino e maschi che volevano menar le mani, più tardi tra rivolta femminista e gruppi di autocoscienza.In questo romanzo la voce di una ragazza di quei tempi, squillante, ironica, curiosa, ci racconta le fughe da casa, le cotte per i bei rivoluzionari, gli amari risvegli, le botte coi fascisti, le estenuanti e fumose riunioni sulla linea politica, l'"andata" alla classe operaia, il "ritorno" alle intimità "piccolo-borghesi", le amicizie femminili e le tante altre avventure di quell'epoca comunque straordinaria. Si ride davvero con questo romanzo ma, come si diceva una volta, s'impara pure tantissimo su una storia, un tempo, una rivoluzione di cui si può e si deve ridere senza rinnegarne gli aspetti più belli. A fronte dei cupi deliri brigatisti con cui troppo spesso si rievoca quell'epoca fa bene ascoltare la risata liberatrice con cui molte (e molti) accompagnarono quell'assalto.
Anonimo -