"C'è ancora qualche vecchio indiano che ti può raccontare la storia. Di quando l'aria della notte era smossa da lunghi boati sordi, come un tuono lontano che galoppa nel vento, e le montagne - le sacre montagne dalle cime mozzate - sembravano sul punto di aprirsi e sbriciolarsi al suolo. Poi, una notte d'estate, nel cielo apparvero cento soli e la sabbia bianca del deserto divenne una distesa verde acqua, come cristalli di giada incastonati in un mosaico infinito. Soltanto più tardi si venne a sapere che quel cupo accavallarsi di suoni, che riempiva la valle e gli occhi di sgomento, non era il rimprovero senza appello di dei furenti, bensì l'effetto ordinario di quanto il mondo avrebbe imparato a conoscere col nome di bomba atomica".
Anonimo -