Ci troviamo di fronte a una madre che Dio aveva designato - secondo la interpretazione della grazia dello stesso Agostino - a essere sua maestra nella fede. Monica ha seguito infatti il figlio passo passo per tutta la vita sino a che egli credette e poi divenne il grande santo e il maestro che tutti riconoscono. Monica per questo suo soffrire e seguitare il figlio è madre dunque di straordinaria attualità e ha molto da dire alle donne d'oggi. In questo senso è anche una donna normale. Ne viene fatto qui il miglior ritratto, a fronte anche di quello del figlio. Infatti, Agostino stesso nelle "Confessioni" dice: "La mia vita fu un tutt'uno con la sua". Dopo la vita di Agostino dello stesso autore, abbiamo dunque esposta qui in modo lineare e scrupolosamente storico quella della madre. Dopo la pubblicazione delle "Confessioni" il suo nome venne venerato, ma dovettero passare più di mille anni perché il papa Martino V facesse ricercare le sue reliquie e trasportarle a Roma. Era il 5 aprile 1430. Le cronache dicono che molte guarigioni accompagnarono questa traslazione, soprattutto di fanciulli e di ciechi. "Come che Dio", disse il papa Martino V in quella occasione, "volesse in tal modo glorificare la madre di quel gran dottore che illumina la Chiesa, e onorare le lacrime che quella donna ammirabile aveva versate nello spazio di vent'anni per ottenere che Dio aprisse gli occhi di Agostino".
Anonimo -