Il veterano dell'FBI Robert K. Ressler si è trovato faccia a faccia con alcuni degli assassini più feroci degli Stati Uniti. Ha notato che i serial killer - termine coniato da lui stesso - condividono certi comportamenti violenti ricorrenti, come la voglia di sfidare le autorità portando via un «souvenir» dalla scena del crimine. Ha osservato che a un certo modo di brutalizzare la vittima corrispondeva uno schema. E per questo, decide di varcare i cancelli degli istituti di massima sicurezza americani e di incontrarli uno per uno per farsi raccontare le loro storie in prima persona. Parla con Ted Bundy, responsabile di almeno trenta omicidi, descritto dal suo stesso legale come «la precisa definizione del male»; incontra John Wayne Gacy, il «Killer clown» che adescava e torturava adolescenti; analizza Edmund Kemper, il «killer delle studentesse». Studiando le loro agghiaccianti testimonianze, Ressler ha elaborato alcune teorie che hanno portato alla nascita del profiling. Ha imparato a identificare i mostri sconosciuti che vivono in mezzo a noi, ha scoperto come scovarli e come consegnarli, finalmente, alla giustizia. Pezzo dopo pezzo, l'agente ha ricostruito il profilo psicologico di alcuni dei killer più pericolosi del Paese. E entrato nelle loro menti, ha capito il loro gioco e ha trovato il modo di prevenire le loro mosse.
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