In questo studio sullestetica della mulatez, la narrazione del fascino della sensuale mulatta cubana, pericolosa perché quasi bianca, viene esplorata come antifona dalle funzioni contraddittorie: da un lato, lessere monito contro i tentativi di contaminazione razziale dellordine dominante della blancura e della mascolinità; dallaltro, lessere metafora della possibilità di rottura di questo stesso ordine a favore di un ethos liberale, rivendicazione di nuove forme di cittadinanza in seno alla società di caste coloniale. Concentrandosi sulle prospettive di donne che si autodefiniscono mulatte, lautrice ne esplora lhabitus dellesibizionismo e la vanità ostentata quale tattica per garantirsi visibilità nel sistema di forze cubano: un fare più che un essere; uno stile performativo critico verso la tradizione rappresentativa che fissa la mulier ludens, la mulatta, come disponibile e passiva.
Anonimo -