Lo scontro con il narcotraffico ha acquisito aspetti sempre più rilevanti negli ultimi sei anni di governo in Messico. Intere aree sono sotto scacco, i municipi paralizzati, la polizia corrotta. Il narcotraffico, secondo gli analisti, garantirebbe un giro daffari di 30 miliardi di dollari, collocandosi come la seconda voce del PIL dopo i proventi derivanti dallesportazione di petrolio. E non mancano le collusioni con il sistema politico e lutilizzo strumentale del tema in campagna elettorale. Mentre i morti continuano a crescere, ci si chiede come rifondare una società civile partendo dalla lotta alla povertà e alle disuguaglianze che spingono molti giovani messicani ad entrare nel sistema criminale. In questo saggio che si può leggere in una mezza mattina, Veronica Ronchi, esperta di America Latina, cerca di gettare luce su questo fenomeno di cui si conosce poco. Sono esaminati i legami tra il narcotraffico e la politica messicana, le radici profonde nella storia e nella cultura del Messico e le organizzazioni dei cartelli della droga. Infine è stato tradotto in italiano e adattato un articolo apparso sul New York Times magazine che traccia, nella migliore tradizione del giornalismo USA, un profilo del Chapo, lo Steve Jobs dellindustria della droga. Il saggio è riccamente illustrato con grafici, tabelle e infografica. Decine di collegamenti offrono moltissime opportunità dapprofondimento.
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