Per Gauguin Thaiti è un'esperienza decisiva, che riconduce a un mondo fatto di istinto, di ritmi naturali e di silenzi. Ed è questa realtà che Gauguin ritrae nelle sue tele e racconta nelle pagine di un quaderno che intitola semplicemente "Noa Noa", profumo. Un taccuino d'impressioni che l'artista trascrive una volta rientrato a Parigi per meglio spiegare la sua arte e rafforzare quel sentimento di primitività così nuovo e così difficile da far comprendere ai moderni europei. Il testo è qui presentato nella versione riveduta dal poeta Charles Morice, a cui Gauguin aveva affidato la cura del manoscritto.
Anonimo -