"Le radici dell'uomo sono nella natura e nel paesaggio. Vale quindi la pena affrontare un'apparente perdita di rendimento economico per evitare un opprimente e inesorabile distacco e per aumentare gli spazi destinati ai servizi sociali e culturali, sia nella progettazione urbanistica sia nei bilanci dello Stato e dei privati.Gli architetti, gli ingegneri, gli amministratori devono perciò persuadersi a essere al servizio della civiltà, che si riconosce dall'adeguatezza dei suoi spazi".Come sottolinea Vittorio Gregotti nella presentazione del volume, "Adriano Olivetti richiama nel suo testo agli ideali della misura umana, della piccola scala, della riconoscibilità, della comunità. (...) Un'architettura intesa non solo come disegno urbano e territoriale, ma soprattutto come coscienza del dovere morale di costruire proposte di ordine fondate sulla giustizia e su un autentico interesse collettivo".
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