Uno scrittore pugliese ripercorre il proprio cammino interiore, ricollegandosi alla vicenda, avvenuta nel 1480, dell'assedio di Otranto da parte dei Turchi, che costò la vita a ben 800 persone. L'uomo si sente interiormente distrutto e vittima di una mediocrità senza limiti, nonostante rifiuti qualsiasi aiuto dall'esterno anche a causa di un radicale anticonformismo. Ricordi, visioni ed ossessioni dell'intellettuale scaturiscono in un flusso magmatico, dove domina, fortissima, l'autoironia
Anonimo -