"La ricerca non ha fine", diceva Karl Popper. E, confrontandosi con grandi temi della tradizione scientifica dell'Occidente, il Dalai Lama ci ricorda che la nostra indagine deve essere 'scettica', non accontentandosi mai della costellazione dei pregiudizi stabiliti e nemmeno delle risposte che via via ottiene al suo incessante domandare. Si tratta di un atteggiamento che il Buddhismo condivide con l'impresa tecnico-scientifica. I dialoghi che compongono questo libro, e che vertono su temi di frontiera della fisica e della cosmologia (ma anche della biologia e della psicologia, fino a giungere al mistero della coscienza), esemplificano l'apertura della scienza nei confronti di tematiche spirituali e del Buddhismo nei confronti di problemi conoscitivi a prima vista lontani. Rovesciando non pochi dogmi del senso comune, ogni domanda è ammessa, ogni approccio è autorizzato: perché gli occhi con cui guardiamo il mondo possano cogliere la ricchezza delle sue molteplici, variopinte sfaccettature. Edizione italiana a cura di Luca Guzzardi.
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