Viviamo in una civiltà delle immagini, che con la loro enorme diffusione, pervasività e potenza, dalle quali derivano vantaggi e pericoli, sono diventate uno dei temi privilegiati dai filosofi. Questo studio riporta lattenzione su una dimensione spesso trascurata dellimmagine, quella ontologica, attraversandone le principali declinazioni, da Platone fino agli autori più recenti, e cercando di mettere in luce la possibile funzione di incremento ontologico che le immagini assolvono quando non sono semplici copie, ma interpretazioni che mostrano la realtà in modo nuovo. In particolare quando hanno una portata rivelativa, in virtù della quale, manifestando la loro relazione con loriginario, arricchiscono la manifestazione delloriginario stesso. Tale funzione si giustifica in una concezione immaginale dellessere, ricondotta allontologia della libertà, per la quale limmagine è costitutiva dellessere stesso.
Anonimo -