Non sancì il principio di trasmessione secondo lo spirito, secondo l'opere, opposto alla trasmessione secondo la carne, secondo il privilegio di casta e di nascita? Non volle che, posta fra gli uomini un'unica gara d'opere fraternamente amorevoli, quegli solamente fosse primo tra noi che sapesse esser ultimo e consecrarsi con zelo ardente, incessante di sacrificio al nostro miglioramento? Non respira in ogni sillaba del Vangelo lo spirito di libertà, d'eguaglianza, di guerra al male, all'ingiusto ed alla menzogna, che informa l'opere nostre?
Libertà, eguaglianza, voi dite, nel cielo e non sulla terra: No; questa assurda distinzione non è nel Vangelo; e il disprezzo della terra non cominciò ad insegnarsi ai credenti se non da quando la Chiesa si diede a Cesare, e il suo capo visibile, fatto principe anch'egli, innamorò della terra tanto da volerne parte, e serbarla anche a prezzo di sangue de' suoi fratelli. Terra e cielo s'avvicendano continuamente nel santo Libro, e la terra v'è guardata sempre come soggiorno, non d'espiazione, ma di preparazione al cielo, e campo di guerra per l'educazione della umanità contro alle potenze del male e dell'egoismo che la inceppano o la traviano. Lasciamo la discussione di pochi passi isolati e fraintesi appunto perchè contemplati isolatamente.
Anonimo -