"Poesie sepolte" raccoglie non tanto poesie sepolcrali, ma necrologi della poesia. La poesia è morta quando ha smesso di essere tale, cioè pura creatività orale, prima che scritta e si è trasformata, invece, in una congerie di versi morti, da vetrina, da lapide appunto. Questa raccolta nasce proprio da questo sfogo morale, letterario e soprattutto spirituale. La poesia oggi è diventata proiezione ludica e allucinogena, oppiacea: serve da un lato a portare all'ennesima potenza i nostri ego smisurati e dall'altro a lenire le angosce esistenziali, i vuoti cosmici mal sopportati dall'attuale società liquida, che rischia appunto di liquidare tutto. Così nel vaneggiante tentativo di colmare l'horror vacui, non si dà spazio alla Musa, che parla al cuore nel silenzio assordante. Non deve essere più lapidaria: cioè osannante al culto democratico delle personalità individuali. La poesia deve tornare ad essere tale, cioè 'heideggerianamente' la voce dell'essere, la sua dimora privilegiata, perciò deve scaturire da meditazione, o meglio da riduzione fenomenologica dell'io a non-io, cioè a puro nulla. Questa raccolta, in questo senso, vuole presentarsi come puro sfogo dell'anima.
Anonimo -