La recente accelerazione della crisi climatica e ambientale non trova soluzioni adeguate. Lipotesi da cui prende le mosse il saggio di Marco Pacini è che per imboccarne una via duscita risulti indispensabile la pratica di un pessimismo attivo e creativo, anziché la predicazione di un ottimismo ottuso. In altre parole, sarebbe necessario maturare culturalmente e psicologicamente un pensiero della fine così da poterla evitare, un pensiero che si sottragga ai cortocircuiti responsabili dellinazione o, peggio, di azioni prigioniere di una sorta di doppio legame tra doveri green e standard di vita irrinunciabili perché presunti sostenibili. La maturazione di un pensiero in grado di sostenere la sfida dovrà partire dalle parole che nutrono il discorso pubblico, così da sottoporle a uno stress test in quello che Bruno Latour ha definito nuovo regime climatico.
Anonimo -