In una quotidianità sempre più caotica e rumorosa, nella società del frastuono e della velocità è sempre più forte l'urgenza di fermarsi ad assaporare il silenzio. Fuori dal coro, sottovoce, ma non sottotono, Sergio Cingolani si sofferma sulle molteplici sfaccettature di questo grande sconosciuto del nostro tempo: dal silenzio religioso a quello che favorisce il raccoglimento e l'interiorità, dalle pause che sono parte integrante della musica e la compongono assieme alle note al silenzio suggerito dagli eccezionali spettacoli della natura. Un viaggio nel tempo e nello spazio, alla ricerca del significato profondo del silenzio così come viene percepito nelle diverse forme d'arte, nella religione, ma anche nel nostro quotidiano quando tentiamo di metterci in contatto con il mondo circostante e con noi stessi.
La nostra recensione
Dopo aver letto questo libro difficilmente potrete ancora esclamare 'Che silenzio!' al cospetto di un sublime paesaggio alpino, perché, pur in assenza di suoni apparenti, il silenzio assoluto (come il vuoto assoluto) in natura non esiste: il mondo, insomma, fa sempre rumore. Eppure in mezzo a questo incessante frastuono si possono trovare angoli protetti di silenzio. Sì, ma come, dove e quando? Per rispondere a queste e ad altre domande sull'esperienza del silenzio ci viene in soccorso questo saggio illuminante di Sergio Cingolani. In una successione di brevi capitoli, l'autore si sofferma sulle diverse esperienze di silenzio che accompagnano la storia e la geografia del mondo. Passa così in rassegna il trapporto tra dimensione interiore ed esteriore, tra silenzio dello spirito e silenzio del corpo e riusciamo a comprendere come l'uomo preistorico ruppe il silenzio per evoluzione culturale: caccia, danza, riti propiziatori, musica. Ci sono poi i luoghi del silenzio: templi, cattedrali, chiostri, dove il silenzio è ricerca di Dio, e scopriamo che la lettura è un rifugio insonorizzato perché stabilisce una relazione tra silenzio ambientale e interiorità dell'uomo. Non manca nemmeno l'analisi del rapporto tra silenzio e musica, silenzio e arte, silenzio e natura, offrendo al lettore un ampio spettro di informazioni su un'esperienza che, secondo Cingolani, andrebbe perfino insegnata come 'disciplina laica' per il raggiungimento di uno stato interiore, perché il silenzio dilata lo spazio di tempo della nostra vita. Sarà anche per questo che si usa dire che 'il silenzio è d'oro'... Antonio Strepparola
Anonimo -