Le pareva di impazzire. Masturbarsi, anziché calmare il desiderio, l'aveva aumentato ancora di più. "fammelo almeno succhiare", lo implorò lei. Dan scosse la testa mentre con la mano ferma aveva impugnato il membro e lo muoveva su e giù con colpi regolari. L'uccello vibrava e Rebecca fissava quasi ipnotizzata quella mano che lo muoveva sempre più rapidamente, finché un getto bianco annunciò che Dan aveva goduto. Ansimava appena. Senza degnarla di uno guardò, si allontanò di pochi passi e poco dopo si riavvicinò, afferrò la lampada e si allontanò, lasciandola nel buio più completo. "Dan!" gridò, alzandosi di scatto. Fece un tentativo di corrergli dietro, di raggiungerlo, di chiedere spiegazioni per quello strano comportamento, ma il buio le faceva troppa paura. Si rivestì lentamente e si mise a sedere sotto l'albero, nell'assurda speranza che Dan tornasse, parlasse, facesse capire il perchè di quello strano comportamento. Aveva avuto tanti uomini nella sua vita, alcuni, come peraltro lo stesso Luca, un po' folli, ma nessuno aveva quella forza che la rapiva e la dominava. Non sapeva nulla di lui, la sua vita e il suo modo di essere erano avvolti nel più fitto mistero, ma con altrettanta chiarezza sapeva che quell'uomo la voleva, ma la voleva profondamente diversa da come lei sentiva di essere. Si alzò a fatica, l'umidità stava penetrandole nelle ossa, ormai, e Dan non sarebbe più tornato. Lentamente rientrò in camera, si spogliò e si stese a dormire.
Anonimo -