Come storico specializzato negli anni della seconda guerra mondiale, egli era stato invitato da alcuni studenti per tenere un discorso all'università. Il suo arrivo, che per motivi di sicurezza doveva essere tenuto segreto, fu scoperto attraverso intercettazioni telefoniche e telematiche. Incarcerato inizialmente nella prigione di Jakomini, a Graz, Irving fu trattato come prigioniero politico per opinioni illegali espresse sedici anni prima. Secondo la legge austriaca, non poteva essere estradato fino a quando non avesse affrontato il processo in loco. Invischiato nel sistema giudiziario austriaco, che considera una persona colpevole fino a quando non venga provato il contrario, nelle prime sei settimane di prigionia gli venne proibito persino di telefonare a casa. Irving racconta le sue memorie in questa "oasi di paranoia", un non luogo dove, del tutto isolati dal resto del mondo, si vive estraniati da quello che dovrebbe essere il sistema di una moderna nazione europea quale l'Austria.
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