Piccoli vagabondi rappresenta un'eccezione nella vasta produzione di Gianni Rodari: è infatti l'unico suo romanzo che può definirsi realistico, che descrive cioè personaggi che possono essere esistiti, vicende che potrebbero essere realmente accadute, e avvenimenti effettivamente avvenuti, come le lotte dei contadini per la terra, o l'alluvione del Polesine del 1951. Si narra la storia di tre ragazzi che, nell'immediato dopoguerra, intraprendono un lungo viaggio alla scoperta dell'Italia dopo essere stati costretti ad abbandonare il loro povero villaggio fra le montagne. Da Roma alla costa adriatica, da Ferrara a Milano, i tre adolescenti vivono e fanno vivere ai lettori una profonda esperienza umana e sociale. Le loro vicende si intrecciano a incontri con persone di ogni condizione e sono un'altra prova della straordinaria attenzione di Rodari ai sentimenti della gente, alle sue sofferenze, alle sue speranze. E soprattutto per questo che Piccoli vagabondi, mostrandoci l'Italia di ieri, ci aiuta a capire meglio quella di oggi. Età di lettura: da 9 anni.
Gianni Rodari nacque il 23 ottobre 1920 a Omegna, sul lago d'Orta. Il padre Giuseppe Rodari era fornaio e possedeva un negozio nella via principale di Omegna, la madre Maddalena Aricocchi lavorava con il marito in bottega. Essendo entrambi molto impegnati, il giovane Gianni fu accudito e cresciuto da una balia di Pettenasco.
A Omegna frequenta le elementari, ma nel 1929 in seguito alla morte del padre avvenuta per una broncopolmonite, è costretto a trasferirsi a Gavirate, il paese natale della madre, insieme al fratello Cesare.
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