Poiché il cinema non è solo unesperienza linguistica, ma, proprio in quanto ricerca linguistica, è unesperienza filosofica.
Quando Pier Paolo Pasolini gira la sua opera prima, Accattone, ha appena 39 anni e alle spalle già unintensa attività letteraria di una ventina danni e oltre dieci di frequentazione dellambiente cinematografico romano. Molta critica giudicherà erroneamente il passaggio al cinema come un proseguimento della sua attività letteraria in quanto sia Accattone che Mamma Roma, descrivono quel sottoproletariato tanto caro al poeta. Ma non è propriamente così. Pasolini si avvicina al cinema dapprima come spettatore fin da giovanissimo, avendone sempre una certa passione, in seguito quando approda nella Capitale farà esperienza di comparsa a Cinecittà e come recensore per riviste, per poi passare a scrivere soggetti e sceneggiature. Questo volume, realizzato in occasione del centenario della nascita, vuole essere un omaggio a questo grande regista, cantore di un personalissimo cinema di poesia, il cui messaggio è ancora oggi attuale. Hanno partecipato alla redazione dei vari saggi Gianmarco Cilento, Gordiano Lupi, Francesco Saverio Marzaduri, Davide Persico, Roberta Verde.
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