Rafaela, una donna di 93 anni viene aggredita da Santi, un giovane che la costringe a portarlo a casa sua per derubarla. Una volta dentro, l'anziana signora rinchiude il giovane delinquente in bagno. Ma anziché chiamare la polizia, decide di allacciare una conversazione con lui (che in realtà sarà un lunghissimo monologo), promettendogli di lasciarlo andare solo dopo che lui la avrà ascoltata fino in fondo e il suo monologo durerà giorni. Comincia a parlargli di sua madre Delia e della sua lotta per realizzare il sogno di pilotare un aereo in una società che impediva alle donne di avere dei desideri. Rafaela decide poi di raccontargli la sua vita amorosa. Gli parla del primo uomo che aveva conosciuto quando non era ancora maggiorenne, ma dopo i primi mesi l'uomo aveva iniziato a violentarla obbligandola a tacere. Intervalla poi con le ultime notizie riferite dalla televisione: due omicidi di minorenni, fatto che le riporta alla mente quando a scuola veniva bullizzata dalle sue compagne. Santi non ce la fa più e insiste che venga liberato ma Rafaela si rifiuta e si limita solo a passargli del cibo sotto la porta. Cinque giorni dopo l'inizio della segregazione di Santi, Rafaela inizia a spazientirsi di lui e delle sue reazioni, tanto che lo accusa di non aver capito nulla, perché è giovane e ha ancora davanti a sé tutta una vita. Apre perciò il rubinetto del gas, decidendo di farla finita. Il romanzo è costruito senza dialoghi, tutto ciò che Santi dice o fa viene riportato dalla donna, ed è proprio questo monologo l'emblema della mancanza di comunicazione che il romanzo di Jeanmaire vuole denunciare: lo stesso autore evidenzia come tale mancanza derivi dalla classe sociale che ha detenuto il potere in Argentina e alla quale la protagonista del suo romanzo appartiene.
Anonimo -