Lorenzo è stato a lungo presentato come figura amletica, ambigua e scissa tra l'uomo politico e il poeta, affermando insieme la disorganica eterogeneità della sua opera, ripartita in due blocchi antitetici, quello comico realistico rusticale (Uccellagione di starne, Nencia da Barberino) quello filosofico erudito (Ambra, Selve d'amore, Laudi, Canzoni a ballo, Canzoni carnascialesche). Oggi si può invece individuare nella poliedrica opera laurenziana una coerente evoluzione culturale: dall'iniziale realismo municipale alla conversione neoplatonica alla fase classicistica al ritorno, dopo il divorzio da Ficino e sotto l'influenza del Savonarola, nell'alveo dell'ortodossia cattolica con la produzione devota.
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