Il racconto di 'Polvere - Il grande processo dell'amianto' ricostruisce i primi mesi del processo penale contro i grandi padroni internazionali dell'amianto, che si è concluso a Torino nel febbraio 2012 con condanne pesanti per gli accusati. Il barone belga Jean Louis de Cartier de Marchienne e il miliardario svizzero Stephan Schmidhein, riconosciuti colpevoli in primo grado, sono stati tra i principali azionisti della multinazionale Eternit, il gigante svizzero-belga che per 70 anni ha dominato il mercato mondiale. Una comunità intera, quella della piccola città di Casale Monferrato, in Piemonte, ha lottato compatta per ottenere giustizia per i suoi quasi 3000 morti, tra ex operai e semplici cittadini. Nicola, Bruno, Romana e gli altri personaggi del film, di cui seguiamo la vita quotidiana e la partecipazione al processo, sono eroi comuni del nostro tempo, esseri umani per cui la testimonianza e l'esempio sono diventati ragione di vita. Ognuno di loro porta con sè da trent'anni il suo carico di lutti e paure, che hanno rafforzato la loro determinazione a stringere i denti e ad andare avanti. I mesi dell'inizio del processo sono anche gli ultimi mesi della vita di Luisa, una combattiva cinquantenne, ex assessore all'ambiente del comune, sempre in prima fila nelle battaglie per la salute pubblica. Anche lei, così impegnata per la salute dei suoi concittadini, vittima del male da amianto... Poi una finestra si apre, e da qualche parte nel mondo, un po' più lontano e sotto un altro cielo, in Brasile e in India, industriali e attivisti, trasportatori e operai, replicano oggi l'eterno gioco delle parti, rimpallandosi certezze, silenzi e mezze verità. Così la battaglia legale che si è giocata intorno alla piccola comunità di Casale smette di far parte del passato, per trasformarsi tragicamente nella prospettiva di futuro di una parte dell'umanità ancora ignara
Anonimo -