Primo Vere? Primi Passi? Prime Armi? Il titolo della rivista letteraria studentesca reggiana è importante perché dal ricordo confuso del nome della rivista si ascrive Meuccio Ruini ad un dannunzianesimo di maniera che non gli appartiene: i suoi maestri sono Leopardi e Manzoni, Pascoli e Carducci, come lo prova la pubblicazione di Prime Armi, che fu in realtà questo esperimento giornalistico dei "giovani ginnasti della cultura" come uno di loro stessi li definiva. Telemaco Dall'Ara, che scrive il manifesto del nuovo giornale letterario, usa tale metafora alludendo ai "giovani che intendano esercitarsi nella palestra della cultura": Meuccio Ruini, Francesco Cherubini, Augusto Jona ed altri compagni del Liceo e dell'Istituto Tecnico di Reggio. La loro cultura è classica: si apre a Foscolo, Leopardi, assorbe Manzoni, poi i loro riferimenti si dilatano, assorbono l'atmosfera letteraria attorno, dai versi barbari del poeta nazionale, Carducci, al decadentismo intimista di Pascoli, a quello elitario di D'Annunzio. Scapigliatura e Crepuscolo ne aprono e chiudono il percorso. Tra bohème ed integrazione, una bohème provinciale più immaginata che reale, ed una integrazione nelle sicure certezze delle professioni e dell'impiego, la forma della loro comunicazione è pulita e matura.La scomparsa precoce impedisce a Telemaco dall'Ara, Augusto Jona e Francesco Cherubini di realizzare il destino al quale si sono preparati. Meuccio Ruini e Giuseppe Lipparini escono al contario da questa esperienza con la certezza del proprio avvenire di lavoro: Ruini, nonostante la improvvisa scomparsa del padre, al momento della sua trasferta romana, indossa le solide vesti del "commesso" di Stato e Lipparini vedrà felicemente gli esiti di una brillante carriera di letterato sulla Cattedra dell'Accademia di Belle Arti di Bologna. Del tempo ci resta una pagina che percorre il primo semstre del 1897 di cui Ruini ed il suo gruppo furono protagonisti, che valse a Meuccio il primo fermo di polizia: si tratta del moto di opinione pubblica che attraversò le scuole e commosse l'Italia a favore della lotta del popolo cretese contro i Turchi, che si identificò con la lotta per Candia, il maggiore centro dell'Isola, per la cui libertà i giovani volevano accorrere volontari, al modo dei "garibaldini" delle generazioni del Risorgimento.
Anonimo -