E' Clio, la 'Musa del Tempo', a scandire con il suo metronomo il ritmo di questi saggi. Ma si può dire che tutta l'opera di Brodskij sia un dialogo ininterrotto con il 'tempo'. Qui lo sguardo si posa distaccato, ironico, sidereo tanto sulla fenomenologia di un occasionale presente quanto su medaglioni di un passato, prossimo o remoto, in cui l'oggi si rispecchia sotto una inedita luce - includendo persino un profilo sconcertante della spia Kim Philby e la ricostruzione dei suoi oscuri addentellati con la storia sovietica (carichi di conseguenze che si fanno ancora sentire, in particolare in Medio Oriente). Ma siano i viaggi o la noia, la creatività o l'esilio, il tradimento o il significato della poesia, il piacere della lettura o l'essenza del male i temi affrontati con la consueta sprezzatura, tutto appare dominato da un senso ineluttabile del tempo che polverizza e diffrange ogni istante vissuto - ma che tuttavia rappresenta la materia stessa della poesia. Il respiro metafisico che anima l'avventura intellettuale di Brodskij trova in questo motivo la sua cifra, magistralmente espressa nell'ultimo saggio dell'agosto 1995, "In memoria di Stephen Spender", che è anche un epicedio su un'intera età della letteratura - quella che si potrebbe chiamare 'l'età di Auden'. "Profilo di Clio" è la seconda parte dell'edizione italiana di "On Grief and Reason". La prima parte, "Dolore e ragione", è apparsa presso Adelphi nel 1998. Traduzioni di Giovanni Buttafava (per "'Un volto non comune'. Discorso per il Premio Nobel"), Gilberto Forti (per "La condizione che chiamiamo esilio", "Discorso di accettazione" e "Un cimelio") e di Arturo Cattaneo per i restanti saggi.
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