E corse il tempo. E d'ambage, in ambage, di fiacchezza in fiacchezza, di paura in paura, fu preferito lo svolgersi lento della tristissima ignobil commedia inflitta per questi mesi al paese da' suoi reggitori la celebrazione solenne con illuminazioni e salve d'artiglieria d'una annessione che non esisteva la disquisizione degna dei sofisti greci intorno all'accogliere e all'accettare la persistenza in un regime arbitrario e tirannico non giustificato più da guerra, né da circostanze anormali l'inganno sistematico al popolo sulla realtà delle condizioni d'Italia mercè un monopolio indecoroso di stampa il versare danaro pubblico in monumenti agli autori del tradimento di Villafranca e in edizioni di Machiavelli, mentre si tratta d'esser liberi o servi il disfare con apparato d'assemblee e convegni governativi un'agenzia bonapartista in Bologna per adottare il concetto bonapartista del centro transappenino e cisappenino il reggersi in nome d'un Governo che ricusa o differisce indefinitamente e a beneplacito di stranieri il dominio il proclamar la reggenza, poi rinunziarvi perchè non talenta a Luigi Napoleone il ricevere perchè non un re travicello o, imitando Carlo XII, gli stivali del re? invece del re, invece del reggente pel re, un reggente pel reggente pel re, Boncompagni! Ah, verrà giorno in cui gli Italiani rileggendo gli indirizzi, i decreti, i memoriali fatti in nome d'un popolo per cui s'agita una questione di vita o di morte, non sapranno se arrossire, piangere o ridere di riso amaro.
Anonimo -