Se questo romanzo fosse una bibita, sarebbe un'acqua tonica: fresco e amarognolo, velato da un cinismo provocatorio, tratteggia in chiaroscuro la vita di un gruppo di neo-laureati in equilibrio tra un presente incerto e un futuro che gioca a nascondino. La tesi alle spalle, un appartamento in comune, la moka, una pallina da tennis che rimbalza contro la parete, un pesciolino radioattivo e una rete wi-fi che scompare: perché essere connessi con il mondo ha un suo prezzo. La ricerca di un lavoro è il punto da cui partire, che ben presto si trasforma in un punto di domanda, nel tentativo di trovare qualcosa: Qualcosa da perdere.
Anonimo -