- Oh, quanto amo questa desolazione! E' arrivato tutto alla fine, o quasi. Ciò che resiste è terribilmente aggrappato alla vita e si è meritato di rimanere al mondo ancora per un giorno. Ancora un altro giorno, ma basterebbe un momento di debolezza per vanificare tutti quegli sforzi e riposare (morire!). -
- Questo mondo è così brutto da meritare un requiem.
Suonerò una sinfonia di archi e di fiati per accompagnarlo verso la distruzione. Senza pietà lo abbatterò e lo condurrò negli abissi. Dovrà cadere a lungo e nella caduta dovrà soffrire. Dovrà avere il tempo di realizzare di essere in procinto di toccare il fondo. L'angoscia dello schianto sarà peggio dello schianto stesso, perché dopo di esso non rimarrà nulla. -
- Nei recessi del castello c'era una scala di pietra, con la volta scavata nella roccia. Scendeva a spirale nelle viscere della terra, nel cuore del buio. I gradini erano umidi, l'aria stantia e soffocante, ma non era un problema, perché nessuno vi si sarebbe mai recato, neppure per tutto l'oro del mondo. Al fondo della scala, là dove la volta della galleria era così bassa che avrebbe costretto un uomo a chinarsi, c'era una porticina. Era una porta piccola e insignificante, come quella della cameretta di un bambino, ma infinitamente più vecchia. Non veniva aperta da tantissimo tempo. -
- "A che scopo cerca delle persone?" chiese Louis.
"Per mandarle a morire, ma il più tardi possibile." rispose il Segugio.
Louis si lasciò scappare un sorriso. "Ah, allora credo di aver trovato la storia di cui volevo far parte."
Il Segugio si alzò in piedi e scosse via le briciole di una brioche dalla giacca. "Non è corretto, signor LeDernier. Le storie non le si trova perché le si cerca. Le storie piovono dal cielo, ma sarà lei a dirmi, quando il suo ruolo sarà concluso, se sarà stata una pioggia di manna o di grandine. E la avverto."
"Di cosa vuole avvertirmi?"
Lo sconosciuto sorrise, accattivante. "Non è detto che la fine della sua parte coincida con la fine della storia." -
Anonimo -