I rapsodi della Grecia antica erano cucitori di canti, menestrelli ambulanti che diffondevano tra il popolo leggende trasformate in poesia e musica. Con lo stesso spirito, questa rapsodia ri-racconta il mito di Elettra cucendone insieme diverse versioni, a partire dalle tragedie greche che per prime hanno messo a fuoco il personaggio, quasi duemilacinquecento anni fa. Lultima Elettra di questa rassegna, appena pronta per la sua prima, è stata bloccata dalle restrizioni anti-Covid del 2021.
Elettra non è simpatica. A volte è addirittura odiosa. Tra le figure del mito è quella che meno induce allidentificazione. È una vittima e una ribelle, ma la sua rivolta ha il sapore della sottomissione. È unoppressa che non si piega, ma che non trova né riscatto né redenzione. Invoca giustizia, ma la sua idea di giustizia mette i brividi. Incarna laspirazione al cambiamento, ma anche il richiamo protettivo di un passato idealizzato. È un simbolo del circolo vizioso repressione-rivoluzione-repressione che tante volte ha appestato la Storia. In lei si specchia il fascino dellintransigenza assoluta, ma anche lorrore che ne deriva. È una donna incapace di empatia, che precipita nel proprio vuoto interiore.
Il teatro ne ha fatto volta a volta uneroina dolente e determinata, una macchinatrice senza scrupoli, unadolescente disorientata e una leader spietata. Inseguirla nelle sue metamorfosi è unavventura sempre sorprendente. In queste pagine risuona la voce che tredici autori le hanno voluto dare, filtrata da una lettura non specialistica, ma semplicemente orientata allascolto.
In copertina: Dotta Elettra Dipinto da Fabrizio Carbone, dicembre 2021.
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