È in bella vista sotto i nostri occhi che talvolta si nascondono certe verità degli esseri umani. Cè questansa del Tevere, per dire: Porto Giordano. Minuscolo lembo di terra dove si spalanca una Roma eccentrica, tana e territorio di una tribù di ratti su cui veglia, guida e madre, la Ratta. Decine, centinaia di esemplari che prosperano colonizzando, finché lurto di inondazioni e disastri li costringe a migrare. A sottrarsi da agguati di terra e di cielo. A difendersi dagli uomini. Non tutti gli uomini, però, non tutte le donne. A Porto Giordano cè infatti una coppia di anziane e memorabili sorelle, Lidia e Faustina, che sperimentano per lumanità sintonie, convivenze, su cui i più non posano lo sguardo. E cè uno Scrittore che ha la voglia e lo spirito di scoprire, osservare, conoscere, appartenere a quellumanità, diventare compilatore di storie migranti che dicono migrazioni: dallAfrica a Coney Island, dal bar Pedrelli ritrovo di intellettuali e intellettualini a Villa Solesia, clinica per i disturbi della memoria, fino al Chilometro, un segmento pasoliniano di stradone che non viene e non va da nessuna parte fiancheggiando cento casette. Quella di Alfredo Speranza è unarchitettura narrativa che intreccia sapientemente passato e presente, geografie e storia: forse perché la scrittura stessa è migrazione, è ascoltare storie che arrivano e vanno, è scrivere storie che andranno e torneranno.
Anonimo -