E' un vecchio palazzo di inizio Novecento che aspirava a un'eleganza sabauda e si è dovuto accontentare di una dignità tenuta insieme da restauri scelti in base al preventivo più basso e dalla buona volontà dei condomini. Le ringhiere di ferro, scrostate e arrugginite o ridipinte alla bell'e meglio in concomitanza con nuovi traslochi, suggeriscono un'idea di Liberty copiata da vecchi numeri della Domenica del Corriere. Ha una sua bellezza, però: la bellezza della solidità e del rigore, della modestia e del ridimensionamento delle aspettative. L'ascensore è un lusso che non ci possiamo permettere, ma i profumi che si diffondono sulle scale - l'arrosto della domenica, la pizza, i gelsomini che in primavera si affacciano dall'ultimo piano - sono una piacevole ricompensa per chi arranca faticosamente e si ferma a riprendere fiato su ogni pianerottolo.
Anonimo -