Certamente un'esposizione della teoria della relatività, recante il nome di Einstein, basterebbe da sola «a far libro», a garantire, anzi, un libro eccezionale per densità di idee, rigore concettuale e chiarezza di linguaggio anche al lettore meno esperto. Le esigenze critiche di un pubblico non più alle prime armi (la nascita della relatività risale al 1905, e gli ultimi anni hanno visto un netto progresso della letteratura divulgativa ed epistemologica) non debbono tuttavia essere ignorate. È la comprensione della, per così dire, «relatività della relatività» che vuol essere ora perseguita: cioè di quelle premesse della teoria che sono inscritte nella precedente storia della scienza e della filosofia, e che ne costituiscono dunque sia la solida base sia la condizione e il limite di validità. Il compito di introdurre il lettore a tale nuova dimensione è stato affidato dal curatore alle pagine di quei grandi, da Descartes a Newton a Riemann a Maxwell, che fondarono la scienza fisico-matematica classica e ne avviarono l'evoluzione in senso relativistico.
Anonimo -