"E' il rumore spaventoso di denti che stanno digrignando e si sfregano con violenza, quasi volessero spezzarsi. Il martellare delle vene temporali che pulsano incessantemente, gonfiandosi come se stessero per esplodere. Mentre le palpebre chiuse vibrano, pur senza riuscire ad aprirsi, e quel gelido tremore sottopelle che dalla base del collo si sta propagando lungo tutto il corpo.
Ora so esattamente anch'io cosa sia il terrore, quello vero, l'oscura e devastante sensazione che ti pervade quando devi affrontare qualcosa che non puoi assolutamente controllare. La paura primordiale per un evento sicuramente nefasto, non ancora definito nel suo percorso, ma che ha una elevatissima probabilità di accadere. In questa spaventosa condizione di attesa, così dannatamente pericolosa per il mio equilibrio, ho l'impressione che un'enorme mano stia avvolgendo il torace, comprimendo stomaco e polmoni fino a stritolarli. Solo il cuore, stretto anche lui da quella morsa mortale, sta cercando disperatamente di salvarmi, battendo come impazzito a una velocità che supera ogni ragionevole ritmo. Sono terrorizzato, come non mi era mai accaduto prima in tutta la mia vita, completamente bloccato nella posizione in cui mi trovo, da dove non mi alzerei neppure se un allarme di catastrofe imminente iniziasse a urlare intorno a me.
Non avevo mai provato prima nulla del genere, neppure dopo aver sfiorato un incidente in auto o in moto. Mai affrontando nemici a viso aperto e a mani nude, sulle strade della mia gioventù. Non l'avevo provato neanche di fronte alla morte di qualcuno di molto caro. Ma non posso farci proprio nulla e devo cercare anche di resistere al desiderio, sconvolgente e animale, di fuggire urlando tutta la mia frustrazione. Darei un vantaggio enorme ai miei avversari che avverto girare intorno a me come belve feroci, assetate di sangue e pronte a scattare, in attesa che abbia inizio la mia fine.
Per un secondo mi ritrovo a pensare che questa sensazione possa essere simile a quella che potrei provare sul ciglio di un precipizio, immobile, con una benda sugli occhi e le mani legate, senza sapere se devo avanzare o retrocedere per non cadere. Con la sola consapevolezza di non avere più di un'occasione per potermi salvare, mentre la bocca mi trasmette già il sapore acre e amaro della delusione e della sconfitta.
Eppure non sono ancora finito, sono troppo giovane, dovrei considerarmi all'inizio della vita e di un percorso che, qualunque sia, andrà affrontato. Questa giornata appena iniziata sarà lunga e dovrò giocare tutto quello che ho ancora nelle mie mani sul tavolo del destino. Poi, solo alla fine, saprò davvero se la mia sorte sarà quella che porta alla vittoria splendente o alla buia sconfitta. Ma comunque avrò lottato, perché questa è l'unica scelta che mi rimane nella sfera delle possibilità. Ho stabilito da tempo che così farò, conosco perfettamente chi sono e cosa ho fatto, malgrado non sappia ancora cosa potrò diventare. La vita mi aveva già indicato la strada che fino a oggi però non avevo mai trovato la determinazione e il coraggio per poterla imboccare."
E'così che per Nove inizia la carriera nel difficile ed eccitante campo della vela professionistica e poco dopo anche in quella del vendicatore, seriale giustiziere dei torti altrui. Un compito facile per chi è riuscito a vincere la paura di non farcela e che ora riesce anche a dominare i propri istinti. Quasi sempre. Luoghi magici e spettacolari dove il mare, il vento, le acque si confondono con il sesso, la violenza, il mistero, le perversioni. Le luci e le tenebre di un mondo apparentemente solamente dorato, per chi non lo conosce bene come lui.
Anonimo -