Cè un posto nel cuore della Mitteleuropa che negli ultimi anni si è trovato al centro delle vicende politiche del Continente, un luogo simbolico dove la storia si intreccia oggi più che mai con lattualità politica. Si chiama Visegrád. Da qui è partita la linea dura di Ungheria, Polonia, Rep. Ceca e Slovacchia contro Bruxelles. Temi: i migranti, il braccio di ferro sulla giustizia e lo stato di diritto, sino allo scontro sul budget e i fondi europei del piano di ripresa dal Covid. Il premier ungherese Viktor Orban - a lungo intervistato dall'autore nel saggio - guida il fronte di questi 4 Paesi che vogliono cambiare l'Ue, limitandone il raggio dazione per custodire la sacralità della sovranità nazionale. La loro politica «ribelle» contagia e infiamma già minoranze rumorose ma assai corpose anche nel resto d'Europa, che al tribuno ungherese e alla fierezza identitaria polacca guardano con ammirazione.
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