Il lungo racconto di Victor Stoichi, storico dellarte tra i più apprezzati in campo internazionale, inizia a Bucarest una sera del 1956, quando la sua famiglia progenie di medici, ricercatori e artisti, provata da espropri e carcerazioni arbitrarie è riunita per festeggiare la liberazione dal carcere del nonno e di uno zio. È uno dei primi ricordi di unesistenza straordinaria, cresciuta allombra di un regime autoritario e sbocciata, durante una breve stagione di disgelo ideologico, in Italia allombra di maestri del calibro di Cesare Brandi. Ne emerge una Romania inattesa e autentica, lontana dallimmaginario plumbeo e grigio di una dittatura, e intrisa di vita sociale, culturale e familiare, capace di forzare ogni costrizione e di non soccombere alla paura grazie alla consapevolezza del valore di ogni oncia di libertà. Fino alla brutale interruzione del sogno socialista di Praga. Un racconto intriso di aneddoti e di ironia, che si legge come unavventura intellettuale in un mondo per alcuni versi scomparso e per altri non del tutto pacificato.
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