Il libro, attraverso una rivisitazione del mito di Medea, andandola a ritrovare nei luoghi e nel tempo in cui il femminile aveva ancora potenza ed autorità e con un dialogo tra passato e presente, ha l¿obiettivo di trovare una relazione tra la violenza maschile sulle donne e le radici antiche di questa violenza. Il recupero dei tratti della Medea arcaica ha consentito di poter immaginare questa figura mitica al di fuori della logica della vendetta e della sopraffazione che può caratterizzare il rapporto tra i generi all¿interno della cultura patriarcale. Contemporaneamente ha reso possibile porre la sua voce ¿antica¿ accanto a quella delle operatrici che si trovano ad operare nei centri antiviolenza. Le loro voci, quelle delle operatrici, danno il senso di un lavoro che è anche ¿politico¿ e non solo servizio ed invitano, insieme alla voce di Medea, ad una relazione tra i generi fuori dalle logiche di predominio e rispettosa del valore delle differenze.
Anonimo -