Una micia scolpita a grandezza naturale, che dall'alto sembra sorvegliare la strada, con la bocca aperta quasi a voler "soffiare" contro eventuali pericoli. Roma ha un vero e proprio monumento all'amore per i piccoli felini: l'antica scultura è sul cornicione di Palazzo Grazioli, all'angolo con via della Gatta, appunto, che prende il nome proprio dalla piccola opera. D'altronde, la città vanta una lunga tradizione "gattara". I mici arrivarono in città dall'Egitto. I soldati romani li sceglievano come compagni di viaggio. E al loro ritorno, introdussero così animale e "usanza" nell'Urbe. Dunque, i mici fanno il loro ingresso in città già come animali d'affezione. Ben accolti, i gatti affollarono rapidamente strade e case dei romani. La loro bellezza, perfino i loro giochi, furono raffigurati su mosaici e comparvero in alcune iscrizioni, bassorilievi, steli funerarie. Da allora, i mici non hanno più abbandonato la città e, nel tempo, sono diventati "signori" di più luoghi, dalle molte colonie feline, le cui immagini si moltiplicano perfino nelle cartoline per turisti, agli omaggi della street art. Un viaggio alla scoperta di luoghi e tradizioni, storie di ieri e fascini di oggi dei mici che hanno "stregato" il cuore dei romani nei secoli.
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