La Romeide rivisita l'Eneide virgiliana e le leggende sulla fondazione di Roma attraverso sessanta sonetti in romanesco, offrendo una lettura ironica ma rispettosa del poema classico. Dalle ceneri di Troia all'approdo nel Lazio, il viaggio di Enea viene narrato con arguzia e leggerezza, trasformando dei ed eroi in personaggi che parlano e agiscono come moderni romani. La lingua è un romanesco colto che attinge a diverse epoche, creando un efficace contrasto tra la solennità degli eventi narrati e la vivacità dell'espressione popolare. L'opera si compone di due parti: la prima ripercorre l'Eneide, dalla fuga da Troia alla guerra nel Lazio, mentre la seconda narra le vicende di Romolo e Remo fino alla fondazione di Roma. Ogni sonetto è preceduto da una breve didascalia che garantisce la continuità narrativa. Tra citazioni colte e riferimenti alla Roma contemporanea, la Romeide si inserisce nella tradizione della poesia romanesca, rendendo accessibile e divertente un classico senza mai tradirne lo spirito. Un'opera che unisce cultura alta e popolare, confermando come l'ironia romana possa essere il miglior veicolo per tramandare le storie immortali.
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