"Nacque, visse, morì di quest'anni nella più dormigliosa terra sotto l'occhio del sole: una cittaduzza turrita che s'arrotola sopra un collicello e lo cinghia di mura. Quattro stradoni s'appuntano dall'orizzonte spianato alle quattro Porte; quattro viacce torte s'inerpicano fino in sommo, dove spazia la Piazza quadrata col suo Palazzo del Comune in còtto vivo, la Cattedrale di San Rufo patrono fiorettata di marmi, e due grandi conventi di qua e di là. Cittadella d'Italia, che ancóra dell'antico ritiene l'accorto spirito rinchiuso; ma il bel fiume a piede, cerulo e spanto nel piano, le fa sognare l'enormità dei monti onde cala, a pena segnati nel cielo; del più remoto mare che se lo beve a grandi sorsate armoniose e piene di respiro. Uomini ardenti e fieri avevano popolato quelle torri in èvi lontani; femmine bionde, possenti signore. E la Piazza quadrata aveva accolto fragore d'armi e di canti al tocco della martinella. Poi la nuova borghesia s'era rubato il suo bene pei castelli del piano e aveva fatto di tutto commercio, con allegra impudenza, pel mondo intero: pingui donne e bimbi ciarlieri rinfrescavano le stanche anime dei mercanti, ai ritorni."
Rufino protomartire, Sergio Ortolani
Sergio Ortolani (1896-1949) fu critico d'arte, scrittore e poeta. Dotato di enorme talento, nelle sue opere infuse un notevole pregio letterario.
Anonimo -