Il successo delle prime trasmissioni radiotelegrafiche transatlantiche, confermando le mie ipotesi, mi convinse che molto probabilmente non vi sarebbero più distanze al mondo attraverso le quali non sarebbe possibile la trasmissione del pensiero umano, per mezzo delle onde elettriche, senza l'ausilio di conduttori artificiali.
A quel tempo però mancava una razionale teoria che spiegasse come queste radiazioni elettriche potessero seguire la curvatura della terra e raggiungere lontanissimi paesi. Parecchi fisici matematici (fra i quali il Raleigh, che nel 1903 lesse in proposito una memoria alla Società Reale di Londra), riferendosi ai risultati che avevo ottenuto a distanza di parecchie migliaia di chilometri, dimostrarono col calcolo che tali risultati non potevano spiegarsi col fenomeno della diffrazione pura e semplice.
Altre esperienze che potei eseguire nell'Atlantico sul piroscafo Philadelphia durante il mese di febbraio del 1902, mi permisero di scoprire un altro fenomeno di una certa importanza, è cioè che con le onde di circa 2000 metri, da me allora adoperate, le distanze di trasmissione erano durante la notte parecchie volte maggiori che durante il giorno, il che faceva supporre che la luce solare limitasse grandemente la portata di propagazione delle onde elettriche nello spazio.
Anonimo -